MMT Forum Macchine

Annuncio

Collapse
No announcement yet.

Frutteti ad alta densità

Collapse
X
 
  • Filtro
  • Data
  • Visualizza
Cancella tutto
new posts

  • #31
    flodinda mai sentito....
    ho letto le guide in modo veloce.sai dirmi se è un metoso nato in francia? mai sentito nominare ma visto in pratica probabilmente si,le devo riguardare una attimo con calma perchè è più difficile capire le spiegazioni che farlo. però per alcune cv è improponibile credo,per esempio le renette

    Commenta


    • #32
      Originalmente inviato da simotre Visualizza messaggio
      flodinda mai sentito....
      ho letto le guide in modo veloce.sai dirmi se è un metoso nato in francia? mai sentito nominare ma visto in pratica probabilmente si,le devo riguardare una attimo con calma perchè è più difficile capire le spiegazioni che farlo. però per alcune cv è improponibile credo,per esempio le renette
      Forse hai sentito FloRinda ?...ho corretto
      Si il solaxe è nato in Francia. Ovviamente non si adatta alle cv che non fruttificano principalmente su rami misti o brindilli. Ad esempio tutte le cv. spur non si adattano.

      Commenta


      • #33
        a essere sincero fino in fondo avevo un impainto di florina .
        tenuto doversi anni,la pagavano moltissimo per purea,poi abbandonata perchè dava un colore rossiccio.ne ho ancora una pianta perchè si conserva molto bene. solaxe c'è qualcuno che lo fa in zone dove le piante sono molto vigorose. io ho provato per necessità su sansa visto che le poche piante su m9 erano impazzite..cacciate incredibili che non ho potato e quest'anno c'è produzione e ho evitaqto l'alternaza

        Commenta


        • #34
          Parlando di varietà resistenti alla ticchiolatura, c'è da ricordare anche la neonata Modì...
          Dalle prove che son state fatte sarebbero riusciti quasi ad azzerare gli interventi per la ticchiolatura ed a dimezzare quelli per l'oidio..
          Sinceramente non mi intendo molto di mele, ma essendo un frutticultore di drupe, capisco che questo vuol dire molti meno trattamenti, e quindi costi di produzione + bassi e minor impatto ambientale.. (ormai quest'ambiente ci tocca tenerlo presente sempre!!) Voi che ne pensate?
          Vi dirò poi la mia...il frutto si presenta con un aspetto veramente attraente, bello, rosso intenso (la tipica mela di biancaneve), ma al gusto....lascia un po a desiderare...
          Non è eccezionale..spero che non sia così anche per i consumatori...altrimenti tutta questa ricerca sarà stata un buco nell'acqua...

          Commenta


          • #35
            Purtroppo i consumatori, a discapito di quello che si vorrebbe far credere, sono totalmente "ignoranti" in materia. A parte alcune categorie di persone con una VERA educazione al gusto, nonchè con un minimo di conoscenze dell'origione di ciò che mangiano, la stragrande maggioranza guarda il prezzo e al limite l'estetica.

            La questione della Modì può essere un'arma a doppio taglio. Puntare sul fatto che non si fanno trattamenti (che ricordiamo il melo, essere una delle specie dove in annate piovose si raggiungono tranquillamente i 50 trattamenti) ? Oppure sull'estetica ?

            L'importante è che la ricerca vada avanti e che il consumatore faccia un consumo più consapevole.

            P.S. Ciao collega

            Commenta


            • #36
              a proposito del consumo consapevole...Bucci ti ha percaso parlato dell'iniziativa "un mare di frutta"????
              Questa diciamo è un'iniziativa per me molto valida: si tratta di andare direttamente nelle località turistiche marine con i prodotti estivi (specialmente pesche e nettarine) proporle al consumatore, fargli compilare una semplice scheda sensoriale (un piccolo panel test) in modo tale da aver 2 vantaggi per entrambe le parti: per il consumatore, la possibilità di venir direttamente a contatto con i produttori, quindi INFORMARSI chiedere e conoscere i gusti della frutta, l'altro fondamentale è per noi produttori, che tramite l'elaborazione di questi dati e la comunicazione diretta con il consumatore dovremo e potremo orientare meglio le nostre produzioni e creare tramite il passaggio di informazioni un consumatore + critico e + "preparato in materia" in modo tale che quando vada a comprare una pesca, non vada a comprare una pesca generica, ma vada a comprare la SUA pesca.
              Il fine di tutta questa iniziativa sarebbe quello di poter avere sui bancali dei supermercati delle categorie di prodotto distinte per le loro caratteristiche organolettiche e contraddistinte da un etichetta..
              Questa iniziativa viene portata avanti da vari gruppi di coltivatori che credono fortemete in questa iniziativa...

              Ormai sono sceso nelle vesti di propagandista, quindi chiedo a chi fosse interessato o chi cercasse altre informazioni di contattarmi senza problemi!!!

              Commenta


              • #37
                caro collega...spero tu possa esser dei nostri!!

                Commenta


                • #38
                  ( si me ne ha parlato...)
                  Per spiegare meglio agli altri la cosa, possiamo dire che si cerca di fidelizzare il cliente ad un tipo di prodotto legato alla terra di origine, prodotto che ad esempio per la nettarina ha già l' IGP, piuttosto che ad una specie generica...mela...pesca ecc. In questo modo si creerebbe un prodotto differenziato, richiesto dal consumatore.

                  La "fidelizzazione" del cliente è un'arma molto potente. Ad esempio chiedete ai signori verde scuro dei banner che circolano in questi giorni nel forum (Fendt, per chi non lo avesse capito).
                  Lo si fa per i trattori, per l'abbigliamento, per le auto. Nella frutta chi ad oggi è riuscito davvero nell'intento è Chiquita (avete presente ? le banane...) e un po' del Monte.

                  tramite l'elaborazione di questi dati e la comunicazione diretta con il consumatore dovremo e potremo orientare meglio le nostre produzioni
                  Cito questa frase per evidenziare, dato che qualcuno aveva espresso riserve, come la necessità (magari non sempre ben voluta) di ridurre l'investimento temporale degli impianti, diventi sempre più una costante.
                  Ultima modifica di mapomac; 20/06/2008, 16:24.

                  Commenta


                  • #39
                    nn si tratta di un marchio in quanto non è una cosa organizzata da cooperative o altre op...è organizzata dalle associazioni dei produttori, non per avere un vantaggio diretto sulla propria produzione, ma si tratta di vantaggi indiretti a lungo periodo.
                    La fidelizzazione la cerca di conquistare direttamente una società su di una banda di consumatori... qui non cerchiamo di farci buono il consumatore, ma come ti ho detto, cerchiamo di lavorare e di collaborare, per venire incontro alle sue richieste e per poter differenziare il nostro prodotto.
                    in questo modo se si riuscisse a sensibilizzare il consumatore e se si riuscisse a fargli esercitare una certa pressione sulle strutture commerciali, si potrebbe aver un vero e proprio stravolgimento del sistema.
                    La cosa sarebbe anche da portare nelle scuole elementari inserendolo come "educazione alimentare"....Sarebbe un modo giusto per diffondere questo sistema e per farlo conoscere..

                    Commenta


                    • #40
                      Salve a tutti sono un agronomo toscano, vorrei un consiglio su portinnesti per ciliegio consigliati per l'ambiente costiero. ed una cosa: le varietà spur cioè a portamento compatto, in cosa si diversificano dalle altre?

                      Commenta


                      • #41
                        non preoccuparti tra poco arriva il dottore................

                        mapomac dove seeeeeeeeeeeeeeiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ii????????????????

                        Commenta


                        • #42
                          Originalmente inviato da AndreaLubrano Visualizza messaggio
                          Salve a tutti sono un agronomo toscano, vorrei un consiglio su portinnesti per ciliegio consigliati per l'ambiente costiero. ed una cosa: le varietà spur cioè a portamento compatto, in cosa si diversificano dalle altre?
                          Bisognerebbe contestualizzare un po' l'ambiente costiero. Quali sono le eventuali problematiche dell'areale ?
                          Salsedine ?
                          Terreno sabbioso ?
                          Scarsa disponibilità idrica ?

                          Per le ultime 2 eventulità la sperimentazione ha trovato interessante:

                          -MaxMa Delbard®60 - BroksecBroksec (adatto anche al ristoppio)
                          -Serie Ma x Ma (ampia adattabilità al terreno)

                          Per quanto riguarda le varietà spur, spesso ci si riferisce in particolare a melo e un po' pesco. (se non ricordo male, per quanto riguarda il melo è una mutazione naturale, poi selezionata. E ricercata)
                          Sostanzialmente le varietà spur sono caratterizzate da internodi molto corti. Questo è dovuto all'attività dei meristemi sub-apicali, che secernendo auxine in modo "anomalo" mantengono le gemme sottostanti meno vigorose di una varietà normale.

                          Sarebbe interessante parlare dei vantaggi delle varietà spur.


                          Originalmente inviato da puntoluce Visualizza messaggio
                          non preoccuparti tra poco arriva il dottore................

                          mapomac dove seeeeeeeeeeeeeeiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ii????????????????
                          Hei puntoluce, ma mica sono io l'esperto colture vegetali...
                          Caro Mauro, ma vedo che sono sempre nei tuoi pensieri.... Le tue firme mi fanno onore. Non cambiarle Come diceva Oscar Wild (mica pizza e fichi): bene o male, l'importante è che se ne parli. "There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about".


                          Ora però comincia la trebbiatura, quindi è facile che sia assente...in ogni caso vi lascio in "buone" mani...le mani di puntoluce
                          Ultima modifica di mapomac; 22/06/2008, 22:47.

                          Commenta


                          • #43
                            Il terreno è di medio impasto , non ci sono problemi di salsedine ne di calcare attivo, ma questi portinnesti sono sempre in sperimentazione o no? Io sapevo che il portinnesto più sicuro per affinità di innesto e longevità è il franco (ma troppo vigoroso), in terreni sabbiosi il magaleppo o Santa Lucia. Che caratteristiche hanno questi portinnesti e quali cultivar si adattano meglio ad essere innestate?
                            Ti ringrazio per le risposte, d'altronde io sono un esperto su olivi e vite, su ciliegi ho poca esperienza.
                            Per le varietà spur sapevo che ne esistevano anche di ciliegio, per meli e peri si, danno maggiore flessibilità per l'uso di portinnesti vigorosi, ma la durata dell'arboreto è inferiore . . . .

                            Commenta


                            • #44
                              ciao.
                              non sono coltivatore di ciliege ma nella mia zona ci sono diversi impianti nuovi visto che le cultivar autoctone non piacciono più a nessuno.
                              ti scrivo le problematiche che vedo passando vicino a impianti molto densi con porta innesti nanizzanti
                              -qualcuno sbaglia i sesti o crede restino piccoli:dopo alcuni anni tirano via una panta si e una no ma alla fine le file si toccano tra loro e molti frutti restano in ombra e difficili da raccogliere
                              -altri provano porta innesti tipo spur del melo con pessimi risultati (io in 5 anni ho visto qualche pugno di ciliege passandoci vicino)

                              poi c'è chi li copre con nylon e ha buoni risultati ma anche in questo caso per quello che posso vedere le piante si alzano troppo e coprirle risulta difficoltoso.
                              in particolare in anni come questi chi le ha coperte tardi si è trovato con frutti di pessima qualità.

                              questo è quanto vedo,non so giudicare se ci sono degli errori a monte (scelta sesti di impianto) o se possa servire altro tempo per sperimentare o se in zona mia nessuno è ancora al top in questi impianti

                              Commenta


                              • #45
                                Ma, a che serve coprire con nylon i ciliegi? per evitare lo spacco dovuto alle piogge?

                                Commenta


                                • #46
                                  si per evitare lo spacco e per avere qualche malattia fungina in meno.le coprono quando cabiano colore circa,anche un po' prima e sotto fertirrigazione. sentendo il proprietario di un appezzamento coperto l'anno scorso era sui 3.5 euro/kg. tutte perfette.quest'anno invece disastro perchè coperte tardi. muffe ancor prima di diventare rosse

                                  Commenta


                                  • #47
                                    Grazie per le informazioni, ma Mapomac ci sei sempre??

                                    Commenta


                                    • #48
                                      Originalmente inviato da AndreaLubrano Visualizza messaggio
                                      Il terreno è di medio impasto , non ci sono problemi di salsedine ne di calcare attivo, ma questi portinnesti sono sempre in sperimentazione o no? Io sapevo che il portinnesto più sicuro per affinità di innesto e longevità è il franco (ma troppo vigoroso), in terreni sabbiosi il magaleppo o Santa Lucia. Che caratteristiche hanno questi portinnesti e quali cultivar si adattano meglio ad essere innestate?
                                      Ti ringrazio per le risposte, d'altronde io sono un esperto su olivi e vite, su ciliegi ho poca esperienza.
                                      Per le varietà spur sapevo che ne esistevano anche di ciliegio, per meli e peri si, danno maggiore flessibilità per l'uso di portinnesti vigorosi, ma la durata dell'arboreto è inferiore . . . .
                                      Il franco è oggi quasi improponibile, come hai detto tu, è affine con tutto, ma troppo vigoroso.
                                      I nuovi portainnesti, si differenziano da quelli "tradizionali" che hai citato tu, essenzialmente per vigoria, affinità (ricordiamo che le varietà sono in continua evoluzione), adattabilità al terreno, e non ultimo ristoppio.

                                      Commenta


                                      • #49
                                        concordo con quanto scritto sopra, inoltre aggiungo che un impianto intensivo oltre a poggiarsi sul linee genetiche bel elaborate, al fine di contenere la vigoria deve presentare, come è corretto che sia in qualsiasi impianto, una buona uniformità delle piante, soprattutto se l'obiettivo dell'intensificazione è la meccanizzazione spinta delle operazioni, cosa che purtroppo è difficile da ottenere con i portinnesti non clonali, come appunto i franchi, solitamente ottenuti da seme. sopra leggo di "ristoppio" forse intendi dire reimpianto? in questo caso, tale vantaggio non va affatto trascurato, soprattutto nelle aree che presentano spiccate vocazioni colturali.

                                        Commenta


                                        • #50
                                          Originalmente inviato da giuba Visualizza messaggio
                                          concordo con quanto scritto sopra, inoltre aggiungo che un impianto intensivo oltre a poggiarsi sul linee genetiche bel elaborate, al fine di contenere la vigoria deve presentare, come è corretto che sia in qualsiasi impianto, una buona uniformità delle piante, soprattutto se l'obiettivo dell'intensificazione è la meccanizzazione spinta delle operazioni, cosa che purtroppo è difficile da ottenere con i portinnesti non clonali, come appunto i franchi, solitamente ottenuti da seme. sopra leggo di "ristoppio" forse intendi dire reimpianto? in questo caso, tale vantaggio non va affatto trascurato, soprattutto nelle aree che presentano spiccate vocazioni colturali.
                                          Si intendo reimpianto, in gergo lo definiamo anche ristoppio. Problematica che soprattutto per il pesco, è importante...

                                          Commenta


                                          • #51
                                            ciao
                                            qualcuno mi sa dire tecnicamente come posso fare ad ottenere dei rami anticipati ? ho innestato a gemma e prossima primavera vorrei provare.fino adesso mi è stato detto di togliere periodicamente le foglie apicali all'astone mentre cresce,cosa che non ho mai provato.
                                            gli unici risultati involontari ma graditi li ho avuri a causa di attacchi pesanti di perisia quindi credo che le foglie in qualche modo possano centrare (quelle apicali,non tutte).
                                            grazie in anticipo a chi mi risponde

                                            Commenta


                                            • #52
                                              I rami anticipati non sono altro che germogli (che poi lignificando diventeranno rami) sviluppatisi da gemme germogliate nel medesimo anno. Generalmente questo non avviene.
                                              Infatti se si osserva un germoglio (o nell'inverno successivo al suo sviluppo si osserva il ramo formatosi) si noterà che ad ogni internodo, le singole gemme avranno sviluppato solo foglie, fiori o cortissimi germogli (ovviamente le varie casistiche cambiano in base a specie e cultivar).
                                              Che provoca questo è l'influenza della gemma apicale che producendo ormoni auxinici, inibiscono lo sviluppo delle gemme sottostanti.

                                              Per la produzione di rami anticipati, utili nel caso della produzione di un astone, si ricorre all'eliminazione della gemma apicale o a trattamenti nella zona dell'astone interessata con citochinine.

                                              Commenta


                                              • #53
                                                Originalmente inviato da simotre Visualizza messaggio
                                                ciao
                                                qualcuno mi sa dire tecnicamente come posso fare ad ottenere dei rami anticipati ? ho innestato a gemma e prossima primavera vorrei provare.fino adesso mi è stato detto di togliere periodicamente le foglie apicali all'astone mentre cresce,cosa che non ho mai provato.
                                                gli unici risultati involontari ma graditi li ho avuri a causa di attacchi pesanti di perisia quindi credo che le foglie in qualche modo possano centrare (quelle apicali,non tutte).
                                                grazie in anticipo a chi mi risponde
                                                A che piante ti riferisci in particolare?
                                                Il metodo manuale del togliere la gemma apicale funziona eccome, bisogna farlo al momento giusto in modo che i rami anticipati vengano emessi all'altezza adeguata... cioè nè troppo in basso nè troppo in alto.
                                                Su melo e pero si possono usare anche dei fitoregolatori a base di benziladenina comunemente conosciuti come alleganti per favorire questa emissione di rami laterali.

                                                Commenta


                                                • #54
                                                  grazie a tutti e due
                                                  sono meli plinio.se mi sai indicare il periodo o le altezze a cui iniziare mi fai un favore. la parte di fisiologia e ormoni non i era veuta in mente in modo così chiaro ma ho avuto la conferma che si tratta di interferire sui processi che determinano la dominaza apicale

                                                  Commenta

                                                  Caricamento...
                                                  X